Finalmente l’ho fatto!
Il famigerato scrigno di Venere amato e rivisitato da Bruno Barbieri e i suoi seguaci.
Una vera prelibatezza che non si distingue certo per sobrietà, ma che è in grado di trascinare in un mondo ovattato di ricordi di pranzi domenicali dalla nonna… Confesso che ho voluto fare la versione semplificata (ovvero quella con i cappelletti già pronti) e così son bravi tutti, ma devo dire che il risultato è stato molto apprezzato. Un insieme di pasta all’uovo, carne macinata e besciamella, che ricorda molto una pasta al forno in bianco, arricchita dalla croccantezza della brisée.
Specifico, per i puristi, che so bene che si dovrebbe preparare con i tortellini, essendo una ricetta bolognese, ma vivendo a Reggio Emilia, ho rivisitato la ricetta utilizzando i cappelletti locali.
Quello che occorre per preparare la mia versione di questo gioiellino della cucina bolognese sarà:
1l besciamella (1 l di latte intero, 100gr di burro, 100gr di farina,sale e noce moscata), 1kg di cappelletti, 350 gr di macinato misto, 2 fogli di pasta brisée, cipolla sedano e carota, parmigiano reggiano, pepe e olio evo.
Per prima cosa io di solito preparo la besciamella.
Metto a scaldare il latte intero in un pentolino e intanto preparo il roux, ovvero quella miscela di farina e burro alla base delle salse bianche. Facciamo sciogliere 100 gr di burro e a fuoco spento aggiungiamo la farina e mescoliamo. Aggiungo poco latte su questo fondo per stemperarlo e poi tutto il latte restante, del sale e la noce moscata a piacere. Pochi minuti a fuoco dolce in cui dovete continuare a mescolare energicamente finche il composto non comincerà a bollire e addensarsi.
Pronta la besciamella, che copriremo con della pellicola trasparente a diretto contatto perché non si crei condensa, si passa alla cottura del macinato.
Questa è un’operazione abbastanza veloce perché consiste nel saltare la carne su un fondo di olio e sedano, carota e cipolla tritata finemente e sfumarla con il vino bianco fino a cottura, pochi minuti.
Altra operazione: cottura dei cappelletti. Una volta cotti li unirò e farò saltare un po’ in padella con la carne macinata e la parte di besciamella utile affinché poi il tutto non risulti secco, ma neanche affogato in questa.
Il vero scrigno di venere dovrebbe essere piccolo, monoporzione. Io per motivi pratici e numerici, ho creato uno scrigno enorme che ho poi affettato. Ho quindi utilizzato una teglia tonda che ho ricoperto con la pasta brisée. Uniamo i tortellini e compagnia, spolverando anche con del parmigiano e richiudiamo con il secondo foglio di brisée, ritagliando gli eccessi pasta extra. Spennelliamo con dell’uovo misto a un paio di cucchiai di latte e teniamo in forno per circa 20′ a 190°.
Ripeto, io mi son voluta semplificare la vita ed evitare di fare a mano i cappelletti e la pasta per l’involucro, sicuramente, le mani sapienti in grado e con la voglia di fare il processo originario, otterranno un risultato ancora più buono.
Garantito comunque anche così il successone e i bis!
p.s. Mi piaceva farvi conoscere un pezzo di storia e la ricetta originaria, e molto differente, del vero scrigno di venere:
https://alcantunzein.wordpress.com/2014/02/14/lo-scrigno-di-venere-1968-di-evio-battellani/
Sembra buonissima!!👏👏😊
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